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| Il terzo principio rappresenta così il momento della sintesi. L'Io assoluto è costretto a porre un "Io" empirico e limitato, e quindi divisibile, da contrapporre al non-Io, anch'esso divisibile. Si giunge pertanto alla formulazione: "L'Io oppone, nell'Io, all'io divisibile un non-io divisibile". L'opposizione tra io e non-io non avviene in modo netto, ma in maniera tale che essi, pur limitandosi l'un l'altro, si determinano anche a vicenda.
Il secondo principio si limitava a porre l'esigenza che il non-io fosse ricondotto totalmente alla ragione, perdendo la sua estraneità di dato ovvero la sua irrazionalità, ma col terzo principio l'Io prende coscienza di essere limitato dal non-io.
La reciproca limitazione dell'io e del non-io spiega sia i meccanismi dell'attività conoscitiva sia di quella morale:
L'Io determinato dal non-io fonda l'aspetto dell'attività teoretica. Il non-io determinato dall'Io fonda, invece, l'attività pratica.
Mentre infatti nella conoscenza l'oggetto precede il soggetto, nell'azione sarà il soggetto a precedere e determinare l'oggetto, il quale sorge per farsi strumento della sua libertà. |
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| Siccome l'Io non basta a spiegare la coscienza, che si costituisce come tale solo in rapporto ad oggetti di cui è appunto coscienza, Fichte giunge ad una seconda formulazione (antitesi): "L'Io pone nell'Io il non-Io", secondo il principio spinoziano omnis determinatio est negatio. Il non-Io rappresenta tutto ciò che è opposto all'Io ed è diverso da questo. Poiché ogni conoscenza deve essere conoscenza di qualcosa di esterno deve esistere il non-io.
Che l'oggetto debba essere posto dall'Io dipende dal fatto che esso non si può giustificare da sé, come già avevano mostrato tutte le polemiche post-kantiane sulla cosa in sé: non si può infatti pensare ad un oggetto se non per un soggetto. Presupporre l'oggetto come assolutamente indipendente dal soggetto significa cadere nel dogmatismo e togliersi la possibilità di spiegare la conoscenza, la quale senza un riferimento logico all'oggetto diverrebbe vacua e inconsistente.
Il non-io si spiega, tra l'altro, perché l'Io non si pone come qualcosa di statico, ma si pone come ponente. Il "porsi come colui che pone" implica necessariamente la posizione di qualcos'altro e quindi lo scaturirsi di un non-io. Il non-io è all'interno dell'Io originario poiché all'infuori dell'Io non può esistere nulla. Ma il non-io, a sua volta, limita l'io posto nel primo principio, che diventa così limitato e a sua volta limitante, in quanto limita anch'esso il non-io. |
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| Nella filosofia aristotelica il principio su cui si fondava la scienza era il principio di non contraddizione: A ≠ non A (A è diverso da non A). La filosofia moderna e la stessa filosofia kantiana si fonda invece sul principio di identità: A = A (A è uguale ad A).
Fichte afferma che entrambi i principi derivano a loro volta da uno più generale: l'Io. Se non ci fosse l'Io non sarebbe possibile, infatti, affermare i primi due principi. È l'io che pone il legame logico A = A, e che quindi pone lo stesso A, ma l'Io non è posto da nessun altro se non da sé medesimo, cioè si autopone: Io = Io. Quindi, l'Io essendo condizione di sé medesimo si auto-crea.
La concezione comune ci farebbe pensare che prima vengono gli oggetti e successivamente le funzioni compiute dagli stessi, ma Fichte è categorico nel rovesciare questa credenza. Ciò che viene comunemente chiamato "cosa", oggetto, non è altro che il risultato di un'attività. Nella metafisica classica si diceva: operari sequitur esse (l'azione consegue l'essere), Fichte ora afferma: esse sequitur operari (l'essere consegue l'azione).
L'io pertanto viene ad essere in quanto si autopone: l'essenza dell'io consiste proprio in un'attività autocosciente: il suo pensare è creare. L'Io fichtiano è, quindi, l'intuizione intellettuale che Kant riteneva impossibile all'uomo poiché coincidente con l'intuizione di una mente creatrice.
L'Io non coincide con il singolo io empirico, ma è l'Io assoluto da cui tutto deriva. Per questo motivo Fichte introdurrà altri due principi che mostrano la molteplicità degli io individuali e l'inesistenza di un mondo esterno. |
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| Non voglio più vedere sto forum, bannatemi please. Ve l'ho anche floodato e non mi avete detto niente . |
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| CITAZIONE (Mbccompany @ 6/11/2011, 19:55) non prendere in giro turex98 Mica l'ho preso in giro, gli ho fatto una domanda |
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| Perchè non ambientarlo in Francia durante l'Illuminismo? Sarebbe geniale! |
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| CITAZIONE (.Pinap. @ 2/11/2011, 19:13) Mah, non capisco come i due penalizzati possano avere più voti.
Alla fine la cosa più giusta è che siamo io ed hell. Venezio ha una penalità e meno messaggi di me.
Hell fin'ora è indiscusso, poi per il resto a te la scelta. Quoto |
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| Io ho più post e quindi ho più punti bonus alle elezioni, no? |
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75 replies since 4/7/2005
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